Se Le città invisibili di Calvino si presentano come esperienze, memorie e desideri piuttosto che luoghi, il centenario della nascita dello scrittore offre alla XXXIV edizione di Ravenna Festival un felice pretesto per riflettere sulla duplice natura della “città”, emblema della comunità e della sua crisi. Dopo la doppia inaugurazione del 7 e 8 giugno, protagoniste rispettivamente Laurie Anderson e Martha Argerich affiancata da Mischa Maisky, il racconto del Festival si dipana fino al 23 luglio. Dal 16 al 22 dicembre, Riccardo Muti – già sul podio della sua Cherubini per Le vie dell’Amicizia, che quest’anno raggiunge Jerash e Pompei, e un concerto con Tamás Varga – dirige un trittico composto da un gala verdiano e due titoli d’opera del repertorio italiano. Nella costellazione di solisti del programma estivo spiccano Anne-Sophie Mutter, Leōnidas Kavakos, Yefim Bronfman e Beatrice Rana. Quest’ultima suona Rachmaninov per una serata con le stelle del balletto (il programma danza conta anche la prima mondiale di WE, the EYES di Emio Greco e Pieter C. Scholten). Ai titoli che esplorano il volto terribile della civiltà si contrappone la celebrazione del dialogo fra culture e mondi sonori: dal pacifismo di Acarnesi di Aristofane riletto da Marco Martinelli a Yellow Shark di Frank Zappa e le Folk Songs di Berio. Tra gli artisti ospiti: Stefano Bollani, Aurora, The Tallis Scholars, Tenebrae Choir, King’s Singers, Sinfonia Varsovia, Eleonora Abbagnato, Sergio Bernal, Fatoumata Diawara, Sergio Rubini, Moni Ovadia, Federico Buffa, Fast Animals and Slow Kids, Mike Stern…Non mancano gli appuntamenti “fuori porta” a Cervia-Milano Marittima, al Pavaglione di Lugo e a Palazzo S. Giacomo di Russi.

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Le città e gli scambi
Per un Festival profondamente legato alla composita identità di Ravenna e del suo territorio, la riflessione sulla dimensione invisibile della città – crocevia di culture, idee e narrazioni – è inevitabile. Il “racconto” di questa XXXIV edizione comincia con Laurie Anderson, artista multimediale a tutto tondo, animatrice della scena d’avanguardia newyorkese, pioniera dell’elettronica e molto altro. Martha Argerich torna a Ravenna con il fuoriclasse del violoncello Mischa Maisky, in programma sonate di Beethoven, Debussy e Chopin. Seminale momento d’incontro fra canone occidentale e “altre” musiche, Folk Songs di Luciano Berio è affidato all’Icarus vs Muzak Ensemble nel ventennale della scomparsa del compositore; trent’anni sono invece trascorsi dalla morte di Frank Zappa, il cui capolavoro The Yellow Shark è proposto dal PMCE – Parco della Musica Contemporanea Ensemble. Nel solco degli scambi fra indie rock e sinfonica, la band di culto Fast Animals and Slow Kids è per la prima volta in veste orchestrale con La Corelli diretta da Carmelo Emanuele Patti; al Pavaglione di Lugo anche il concerto del chitarrista Mike Stern, capace di spaziare dal jazz classico alla fusion. A Palazzo S. Giacomo di Russi l’Orchestra Notturna Clandestina di Enrico Melozzi, con Niccolò Fabi e Giovanni Sollima fra gli ospiti, e Fatoumata Diawara, che sposa la tradizione dell’Africa occidentale a blues e jazz. Arriva invece dalla Norvegia il pop eccentrico e sognante di Aurora. La vocazione narrativa di Cervia-Milano Marittima si conferma con le letture di Sergio Rubini da Le città invisibili e la dedica a Grazia Deledda, mentre la canzone italiana si celebra con l’incontro con Caterina Caselli, il concerto di Nada e gli omaggi a Franco Califano, con Claudia Gerini, e Roberto Roversi con Ernesto Assante e gli Zois. Federico Buffa racconta Sivori, Maradona e Messi ne La Milonga del fútbol.

Le città continue
In costante espansione, sempre più continua e pervasiva, la città è anche l’incubatrice di disuguaglianze, consumismo, corruzione, inquinamento, discriminazione…e terreno fertile per totalitarismi e fanatismi. Sugli orrori di Hiroshima e Auschwitz si soffermano i brani di Penderecki e Górecki in programma per il concerto della Sinfonia Varsovia con l’Orchestra Cherubini; mentre la prima italiana della Doctor Atomic Symphony di John Adams è affidata alla Filarmonica Toscanini diretta da Kristjan Järvi (nella stessa serata, Stefano Bollani dialoga con l’orchestra per il suo Concerto azzurro e la prima di 50/50, scritto a quattro mani con Järvi). Il racconto nucleare continua con Little Boy di Roberto Mercadini. A futura memoria con Valentina Lodovini è dedicato invece alla giornalista russa Anna Politkovskaja, assassinata nel 2006, e Ginevra Di Marco e Gaia Nanni raccontano di Donne guerriere. Se Gli angeli dello sterminio di Giovanni Testori, letto da Sandro Lombardi, narra l’Apocalisse a Milano, la distopica Metropolis di Fritz Lang ha la colonna sonora live di Edison Studio. Il connubio fra musica e cinema si ripropone per Il grande dittatore di Chaplin, con musiche dal vivo restaurate e dirette da Timothy Brock sul podio della Toscanini in prima assoluta. Il fil rouge del totalitarismo continua con la prima de Gli occhiali di Šostakovič di Valerio Cappelli, in scena Moni Ovadia. Se Marat/Sade di Nerval Teatro oppone utopia rivoluzionaria e dissacrante anarchia, Due Regine di Elena Bucci e Chiara Muti propone l’eterno duello fra Mary Stuart ed Elizabeth Tudor. Con ironia kafkiana, Odradek di Menoventi riflette sul consumismo e il dominio degli oggetti, mentre Gaia di ErosAntEros si concentra sulla catastrofe ambientale e la Classica Orchestra Afrobeat si circonda delle sculture di riciclo della Mutoid Waste Company. La conciliazione fra spettacolo e natura si ripropone nel Concerto trekking, quest’anno a Riolo Terme per una sfida fra country music e folk romagnolo.

Le città e il segno (musicale)
Se Argerich apre la programmazione “classica”, la tradizione concertistica conta un’altra indiscussa regina: Anne-Sophie Mutter ha scelto Ravenna come prima delle sole due tappe italiane del tour ed è alla guida dei Mutter’s Virtuosi per pagine di Bach, la prima italiana di Nonet di Previn e i concerti di Vivaldi e del “Mozart nero” Joseph Bologne. La linea dell’archetto è impreziosita da Leōnidas Kavakos, con le Sonate e Partite di Bach a Sant’Apollinare in Classe e un concerto con l’Orchestra Cherubini diretta da Hossein Pishkar. La violinista Elicia Silverstein, vincitrice del Best Newcomer Award del BBC Music Magazine nel 2020, propone un percorso dal barocco a Berio. Il primo violoncello dei Wiener Tamás Varga accompagna Riccardo Muti e la Cherubini nel concerto su pagine di Rota, De Falla e Ravel, mentre per Le vie dell’Amicizia, che dal 1997 vede Muti dirigere in città simbolo della storia antica e contemporanea, il programma per i concerti a Ravenna e nei teatri romani di Jerash (Giordania) e Pompei include Gluck, Bellini e Brahms. Anche la sinfonica visita una città invisibile – quella di Kitež che ispirò Rimskij-Korsakov; il Preludio dell’opera apre il concerto con la Cherubini diretta da Julian Rachlin (la serata si completa con Čajkovskij e Beethoven con Yefim Bronfman al pianoforte). Donato Renzetti dirige l’Orchestra e i solisti dell’Accademia del Teatro alla Scala nella dedica ai 150 anni dalla morte di Angelo Mariani, a cui Ravenna diede i natali. Tra i programmi da camera, quelli del Signum Saxophone Quartet e del Trio Contro-Do. Al “fotografo della musica” Roberto Masotti è dedicata la mostra You Tourned the Tables on Me alle Pescherie della Rocca di Lugo, dal 22 giugno al 23 luglio.

Le città e la memoria
Le basiliche accolgono i Tallis Scholars, che festeggiano 50 anni dalla fondazione, e il Tenebrae Choir, che accosta Bach al compositore contemporaneo James MacMillan (il trittico vocale britannico si completa con i King’s Singers e un programma da Schubert ai Beatles). Due nuove sacre rappresentazioni a San Vitale: Interrogatorio a Maria di Testori per la prima volta in veste musicale nella scrittura di Danilo Comitini, con il mezzosoprano Daniela Pini, il Coro Ecce Novum e il LaCorelli Ensemble. Coro e ensemble sono coinvolti anche nel secondo titolo che debutta a San Vitale, Stabant Matres di Paolo Marzocchi su libretto di Guido Barbieri. In prima italiana Fiori musicali dal barocco ebraico proposto dall’Ensemble Salomone Rossi, coinvolto – come i King’s Singers e cori del territorio – nelle liturgie In templo Domini. A Classis, museo della città e del territorio, il ciclo di concerti Qualunque melodia più dolce suona con le formazioni da camera dell’Orchestra Cherubini e dell’Orchestra La Corelli.

Le città, gli occhi e il corpo: la danza
Mentre la prima mondiale di WE, the EYES è un racconto post-pandemico di Emio Greco e Pieter C. Scholten per la loro compagnia ICK Dans Amsterdam, chi ama le pointes sarà abbagliato dal gala Les étoiles, con interpreti da teatri di tutto il mondo – tra cui Eleonora Abbagnato e Sergio Bernal – fra repertorio classico e nuove creazioni, e dalla Soirée Rachmaninov. Per quest’ultima Beatrice Rana si alterna al pianoforte con Massimo Spada su pagine del compositore russo tradotte in danza da uno sciame di étoiles. Nella Basilica di San Vitale, la danza incontra la dimensione corale e religiosa con La nuova Abitudine di Societas – Claudia Castellucci: la compagnia Mòra danza su canti del coro maschile In Sacris di Sofia.

Le città e il desiderio: il teatro
Le “città felici” della scena teatrale della Romagna mettono al primo posto il coinvolgimento della comunità. È quanto accade nel già citato Gaia di ErosAntEros, ma anche nei progetti in cui è attivo Ravenna Teatro/Teatro delle Albe: il Grande Teatro di Lido Adriano e la prima di Mantiq At-Tayr dall’omonimo poema persiano; Acarnesi Stop the War!, “rimessa in vita” di Aristofane a opera di Marco Martinelli nell’ambito della collaborazione fra Festival e Parco Archeologico di Pompei; Don Chisciotte a Palazzo Malagola. La dedica a Testori nel centenario della nascita include il riallestimento de I Promessi sposi alla prova, storico spettacolo del Teatro Franco Parenti di Milano. Il fil rouge letterario continua con Se resistere dipende dal cuore, che Elena Bucci e Luigi Ceccarelli dedicano alla poetessa Amelia Rosselli. L’orizzonte teatrale si completa con le già citate produzioni di Odradek, Marat/Sade, Due Regine, Gli occhiali di Šostakovič.


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