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Create Date3 giugno 2016
Last Updated3 giugno 2016

Palazzo Mauro de Andrè, sabato 4 maggio ore 21

Riccardo Muti torna a Ravenna, sua città d’adozione, per il primo concerto in Italia del 2016 dopo mesi di intense tournée negli Stati Uniti, in Oriente (Tokyo, Pechino, Shanghai, Taipei, Seul) e in Europa (Parigi, Stoccolma, in agosto sarà al Festival di Salisburgo per l’appuntamento che si rinnova ininterrottamente da 45 anni). Sabato 4 giugno, ore 21 al Pala de Andrè, Muti salirà infatti sul podio della ‘sua’ Orchestra Cherubini per il primo dei tre appuntamenti che lo vedranno protagonista quest’anno al Ravenna Festival (gli unici in Italia) con un programma di grande impatto emotivo che è la quintessenza dello stile classico: dopo l’Ouverture “Coriolano” di Beethoven, due pilastri del sinfonismo classico-romantico come la struggente Ottava in si minore D 759 “Incompiuta” di Schubert e la titanica Quinta Sinfonia in do minore op. 67 di Beethoven.

Solo i grandi possono concedersi il lusso di tornare a percorrere le partiture più celebri, quei capolavori della letteratura musicale che tutti credono di conoscere. Riccardo Muti è senza dubbio uno di essi: nelle sue mani il già detto si tinge di sempre nuove inflessioni. Perché, tra le pieghe di quell’intreccio melodico, timbrico, armonico che custodisce il segreto della perfezione, riesce ogni volta a scoprire dettagli insospettati, a sciogliere insondabili grumi emotivi, insomma ad avvicinarsi sempre più al mistero della musica, alla chiave che schiude il genio creativo. Fino a sfiorare il respiro intimo e segreto che si cela dietro il titanismo catartico che emana dalla Quinta sinfonia di Beethoven; e la più riposta tra le infinite sfumature che si agitano dietro l’eloquio “narrativo” e inarrivabile dell’Incompiuta di Schubert.

La travolgente Ouverture “Coriolano” op. 62 in do minore, paradigma di uno stile espressivo e di una perfezione formale che nella contrapposizione degli opposti e nella trionfale sintesi finale ha segnato indelebilmente la letteratura musicale futura, fu composta da Beethoven nel gennaio/marzo del 1807 per l’omonima tragedia di Heinrich Joseph von Collin.

La Sinfonia n. 8 in si minore “Incompiuta” di Franz Schubert si configura come l’opera di un compositore che dialoga ormai in piena sicurezza di sé con i modelli beethoveniani, rinnovandoli internamente. Per la prima volta nella storia della musica, il genere sinfonico sembra rinunciare alla sua estroversione naturale, al confronto diretto con l’ascoltatore, per diventare confessione intima, dialogo che oppone l’individuo a se stesso e al quale il pubblico sembra solo furtivamente essere ammesso.

Nella Sinfonia n. 5, Beethoven condensa e raccoglie l’avventura goethiana, proprio perché universale, con tutte le sfumature dal semplice al sublime. Per Beethoven, dalla conoscenza scaturisce la possibilità di comprendere e distinguere il bene e il male. Fiero e orgoglioso, il suo pensiero etico si trasforma in impulso creativo espandendo nella sapienza dei molteplici particolari il valore assoluto di un gesto ritmico onnicomprensivo.

Il concerto è reso possibile grazie al determinante contributo di Eni, partner principale di Ravenna Festival.

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: da 15 euro (ridotti 12) a 93 euro (ridotti 85)
I giovani al festival’: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni e universitari, 50% tariffe ridotte.


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