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- Data di creazione 25 Giugno 2025
- Ultimo aggiornamento 25 Giugno 2025
27-giu il Concerto del Giubileo al Duomo
CANTARE AMANTIS EST: IL CONCERTO DEL GIUBILEO AL DUOMO DI RAVENNA
Venerdì 27 giugno, alle 21 con la Cherubini diretta da Hossein Pishkar
Il progetto disseminato lungo il cartellone di Ravenna Festival e raccolto sotto il titolo Cantare amantis est – iniziato ai primi di giugno con lo straordinario coro di oltre tremila voci riunite sotto la direzione di Riccardo Muti nel segno delle Vie dell’Amicizia – si chiude venerdì 27 giugno, alle 21, sotto le volte della Basilica Metropolitana, ovvero del Duomo di Ravenna, con un concerto pensato dai curatori della rassegna, Anna Leonardi e Michele Marco Rossi, per celebrare l’Anno Giubilare. Ecco, appunto, il Concerto del Giubileo, con un ricco programma di musiche di alle musiche di J. S. Bach, Vivaldi, Wagner, Leonardo Marino, Elgar e Webern. Un programma che si sviluppa attorno all’elemento spirituale che permea tanta musica, anche profana, proprio partendo da quella che è la storia musicale della città incarnata negli antichi strumenti che ornano e continuano a risuonare nelle sue chiese e magnifiche basiliche, il tutto in un incontro fecondo tra passato e futuro. Allora l’organo del Duomo, affidato alle mani sapienti di Andrea Berardi, sarà tra i protagonisti del concerto che sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini vede Hossein Pishkar, mentre a preparare il piccolo coro di voci bianche sarà Elisabetta Agostini.
L’organo è presenza centrale in tre dei sei brani in programma: a cominciare da quello per solo organo posto in apertura, la Fuga in si minore su un tema di Corelli BWV 579 di J. S. Bach che testimonia da una parte la passione del kantor per la tradizione musicale italiana e dall’altra la sua stupefacente arte della trascrizione. Fino alla pagina che chiude il concerto, Sursum corda op. 11 per archi, ottoni, timpani e organo, pregevole “pezzo d’occasione” che l’inglese Edward Elgar compose nel 1894 per onorare la visita ufficiale a Worcester, sua città natale, del Duca di York (che poi, nel 1910, sarebbe diventato re Giorgio V).
Ma il ruolo centrale dell’organo emerge anche in Madre, Speranza, Madre, partitura che Ravenna Festival ha commissionato al giovane compositore Leonardo Marino e che viene eseguita in prima assoluta. Marino, nato in Sicilia nel 1990 ma di stanza a Milano, allievo di Alessandro Solbiati e di Michael Jarrell, ha al suo attivo già molti successi ed esecuzioni in contesti internazionali. Questa sua nuova composizione per organo, archi e voci bianche, trae il testo da una lauda del Laudario da Cortona del XIII sec. «I frammenti della lauda intonati dalle voci bianche – scrive il compositore stesso – costituiscono il cuore del brano che, attraverso le parole dedicate alla Madonna, celebra ed esalta il ruolo universale della Madre. Le voci bianche danno forma a una sorta di ninna nanna "al contrario", in cui non è la madre a cantare al bambino, ma sono i bambini stessi a rivolgersi alla madre in un gesto di tenerezza e venerazione che rovescia i ruoli abituali e rende omaggio all’origine della cura e dell’amore». L’impianto sonoro scelto da Marino, tradisce il rapporto tra la musica attuale e la tradizione del canto liturgico antico.
Così come all’incrocio tra antico e moderno, tra passato e presente, si situa la Fuga a sei voci da Das Musikalisches Opfer (L’Offerta musicale) BWV 1079 di Bach, nella trascrizione per orchestra realizzata nel 1935 da Anton Webern, pagina di miracolosa precisione e rara intensità strumentale. Ancora una sintesi, quella tra sacro e profano, che emana da composizioni come la Sinfonia in si minore per archi e basso continuo al Santo Sepolcro RV 169 di Antonio Vivaldi composta non si sa in quale anno ma certamente per i riti della Settimana Santa, e l’Incantesimo del Venerdì Santo, pagina tratta dal Parsifal di Richard Wagner (1882), intimamente legato alla tradizione luterana, segno nell’opera del trionfo del bene contro il peccato.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti posto unico non numerato 15 Euro
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