Bellini e Wagner
26 giugno – 24 luglio 1993

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Un programma di grandi concerti e di raffinate suggestioni culturali, quello dell’edizione 1993 del Ravenna Festival che si svolgerà, come di consueto, tra la fine di giugno e il mese di luglio.

A cominciare dal prologo del 20 febbraio con la Berliner Philharmonisces Orchester e il suo direttore musicale Claudio Abbado. Il concerto inaugurale della rassegna avrà invece luogo il 26 giugno, con Zubin Mehta e l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. La serie dei grandi direttori continua con Riccardo Muti che dirigerà l’Orchestra Filarmonica della Scala. Seguiranno Gianandrea Gavazzeni con l’Orchestra Sinfonica dell’Emilia Romagna e il Coro del Filarmonico di Varsavia in una produzione dell’Elias di Mendelssohn, Pierre Boulez sarà invece alla guida della London Symphony Orchestra e infine Sir Georg Solti dirigerà la Schlewig Holstein Festival Orchester.

Il Festival prevede anche grandi concerti da camera che affronteranno un repertorio non particolarmente usuale, in linea con il tema wagneriano e belliniano. Ci saranno, ad esempio, esecuzioni di brani molto rari tra cui alcuni pezzi di Wagner per clarinetto e pianoforte che sono quasi degli inediti.

Dal punto di vista spettacolare ci sarà la ripresa al Teatro Alighieri, in sede quindi più capiente rispetto al Teatro Rossini di Lugo, di “Adieu a l’Italie” di Micha van Hoecke con l’Ensemble e The Swingle Singers. È giusto, infatti, che il Festival, dopo aver prodotto spettacoli in quantità consistenti per tre anni, cominci a riprendere i suoi titoli.

Lo spettacolo di nuova produzione, sarà il “Paradiso” di Dante con la regia di Federico Tiezzi nella riscrittura in poesia moderna di Giovanni Giudici e con la presenza, per la prima volta nel laboratorio sul teatro di poesia della Compagnia I Magazzini, della musica di Salvatore Sciarrino. Anche la sede scelta, e cioè la Basilica di San Vitale, consentirà di cogliere ulteriori suggestioni artistiche della Cantica della “Commedia” scritta a Ravenna per metà.

Il tema del Festival, Wagner e Bellini, sarà oggetto di una giornata di studi alla presenza di alcuni musicologi tra i più accorsati a livello internazionale che si concluderà con un concerto vocale a cui parteciperanno giovani cantanti tra quelli selezionati dal Festival attraverso numerosissime audizioni di giovani vincitori di concorso. Saranno presentati in alternanza Lieder di Wagner e arie di Bellini, in modo tale da presentare i punti di contatto e anche le distanze tra questi due compositori, compresa un’aria per il basso che Wagner scrisse per la Norma.

È inoltre da segnalare la presenza di Ute Lemper che con lo spettacolo “Chansons Illusions”, prosegue nella linea delle nuove avventure sonore avviate l’anno scorso con il concerto di Franco Battiato.

Il Festival sarà concluso festosamente al Porto di Ravenna, per contribuire anche con la musica a creare una sempre maggiore attenzione attorno allo scalo ravennate. Così alla Darsena il21luglio si terrà un recital di Luciano Pavarotti.

Rispetto ad alcuni accordi già operanti, il concerto con la Berliner Philharmonisches Orchester rientra in un quadro di collaborazione con il Gruppo Ferruzzi, mentre è già maturo l’accordo con il Gruppo Gardini per il concerto della Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Muti nel cui programma c’è un altro momento rilevante del Festival 1993. Verrà, infatti, presentato in prima mondiale un brano di Giacomo Manzoni il cui titolo provvisorio è “Il deserto cresce”. Un brano sinfonico corale su testi di Nietsche, tradotti dallo stesso Manzoni, composto su commissione di Ravenna Festival a conferma dell’attenzione del Festival per la musica del nostro tempo, testimoniata dalle presenze di Boulez nel ‘90 e nel ‘91, di Donatoni con la prima mondiale di “Cloches III” nel ‘91 e di Luciano Berlo che lo scorso anno ha diretto musiche sue e di Ugalberto De Angelis.

Oltre agli sponsor già citati, va ricordata Marilena Barilla, presidente degli Amici Sostenitori di Ravenna Festival, che quest’anno ha deciso di impegnarsi nella manifestazione in modo ancor più consistente rispetto al passato.