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Create Date30 maggio 2016
Last Updated7 giugno 2016

Palasport Angelo Costa, martedì 31 maggio ore 21

Martedì 31 maggio alle 21, sul parquet del glorioso PalaCosta, l’affabulatore Federico Buffa porterà in scena “Le Olimpiadi del 1936”, uno spettacolo scritto a otto mani con Emilio Russo, Paolo Frusca e Jvan Sica. Il cartellone di Ravenna Festival 2016 si intreccia una volta ancora alla storia del XX secolo e ai motivi dell’uguaglianza con la narrazione di Federico Buffa di una delle edizioni più controverse dei Giochi Olimpici, quella del 1936 che Hitler intendeva trasformare nell’apoteosi della razza ariana e invece vide gli atleti neri Cornelius Jonshon, Dave Albritton, Jesse Owens conquistare ripetutamente il podio, il tutto documentato in diretta dalle immagini di Leni Riefensthal che regalarono alla storia la straordinaria smorfia di disappunto di Hitler al terzo oro di Owens.

Nello spettacolo Buffa interpreterà la parte di Wolgang Furstner, comandante del villaggio olimpico. Con lui i musicisti Alessandro Nidi, Nadio Marenco e la giovane cantante Cecilia Gragnani. Ma il cantastorie Buffa non narra solo di Owens, molti sono i personaggi e le storie che si intrecciano alle musiche e alle immagini dello straordinario film documentario – moderno ancora oggi –  commissionato dallo stesso Hitler alla regista tedesca Leni Riefensthal: Joseph Goebbels, Albert Speer, Cornelius Johnson e Dave Albritton, poi Sohn Keechiung, il vincitore coreano della maratona che fu premiato però come atleta del Sol Levante, perché nel frattempo la Corea era stata occupata dal Giappone.

La scelta delle Olimpiadi del ’36 come oggetto di narrazione teatrale non è casuale ricorda Buffa, «perché fu la prima Olimpiade moderna della storia. La prima a legarsi alla tradizione dei Giochi di Atene: è a Berlino che ricompaiono i tedofori. È uno spartiacque del 20° secolo, c’è un mondo prima e un mondo dopo». Owens fu l’atleta simbolo: «Credo sia stato uno dei dieci più importanti della storia - commenta Buffa - In questo spettacolo ricordo un episodio avvenuto sul transatlantico che lo portava in Germania. Le sue performance all’Olimpiade sono incredibili: vinse in un contesto difficilissimo. Anche oggi vederlo correre nelle immagini d’epoca è impressionante: ha uno stile perfetto».

È ormai unanimemente riconosciuto il valore civile e formativo dello sport che oggi sta approfondendo una dimensione pedagogica che tende al tempo stesso a incoraggiare la prestazione, la lealtà e la solidarietà recuperando i principi decoubertiani che hanno dato origine alle moderne Olimpiadi. Ma lo sport è da sempre linguaggio universale e specchio di civiltà, nel bene e nel male. Così in occasione delle Olimpiadi di Berlino del 1936, Adolf Hitler pensò di trasformare il più grande evento sportivo in vetrina  per mostrare al mondo una nazione in forte crescita e una razza invincibile. Ma l’atletica, in quegli anni le Olimpiadi si limitavano a queste discipline, è da sempre lo sport più democratico, dove le differenze si dissolvono, dove si lotta principalmente per superare i propri limiti senza cercare una vittoria a qualsiasi prezzo, nel rispetto dell’avversario e delle norme ma anche delle regole non scritte e universali delle leggi umane. Oggi chiamiamo tutto questo fair-play ma allora era puro spirito olimpico, Olympismus. Tra le numerose storie nella storia, un certo Jesse Owens, praticamente sconosciuto fino a pochi mesi prima, superò non solo le proprie possibilità ma anche i limiti umani  facendo registrare quattro record: nei 100 metri stabilisce il record mondiale (10,3''), nei 200 metri il record olimpico (20,7''), nel salto in lungo il record olimpico (806 cm) e nella staffetta 4 x 100 di nuovo il record mondiale (39,8'').  Da sconosciuto ad icona dello sport e della lotta al razzismo.

Nell’anno che celebra Ravenna Città Europea dello Sport questo spettacolo che coniuga sport e cultura è reso possibile grazie alla collaborazione con il Comune di Ravenna e Sporty, a sua volta affiancato dal bagno Quevida.

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti (posti non numerati): platea 32 euro (ridotti 28) e tribuna 20 euro (ridotti 18).


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