© Luca Concas

Ensemble Salomone Rossi
Fiori Musicali dal barocco ebraico
A 400 anni dall’edizione dei “Canti di Salomone” di Salomone Rossi (Venezia 1623)

Nicolò Balducci sopranista
Lydia Cevidalli e Jamiang Santi violino e viola
Maria Calvo violoncello
Giovanni Togni clavicembalo

musiche di Salomone Rossi, Abraham Caceres, Anonimo (XVIII sec.), George Friedrich Händel, Benedetto Marcello, Antonio Vivaldi, Cristiano Giuseppe Lidarti


Tra il 1622 e il 1623, viene stampata la raccolta Canti di Salomone, trentatrè salmi, inni e canti sinagogali su testi ebraici composti da Salomone Rossi, suonatore di viola da braccio e compositore ebreo per anni al servizio dei Gonzaga in Mantova. A interpretarli non poteva che essere il prestigioso Ensemble che prende il suo nome, e che da oltre trent’anni pazientemente indaga il contributo ebraico alla musica occidentale, dal barocco in poi. Nella raccolta, spicca lo scritto teorico con cui il rabbino Leone da Modena giustifica l’audace adozione della polifonia vocale nella liturgia ebraica al posto del canto monodico e della cantillazione dei testi biblici, di cui sono esempio, invece, le Intonazioni ebraiche che Benedetto Marcello un secolo dopo include nel suo Estro poetico e armonico, frammenti di tradizione orale ascoltati forse nelle sinagoghe di Venezia.

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