© Luca Concas
Vespri Danteschi
Dante e i Trovatori
la VII cornice
Enea Sorini voce, salterio, percussioni
Peppe Frana oud, guinterna
musiche di Folquet de Marselha, Arnaut Daniel, Bernart de Ventadorn, Raimbaut de Vaqueiras
Berenguier de Palazol, Guiraut de Bornehl, Raimon de Miraval e altri
Il filo rosso che unisce il Sommo Poeta alla tradizione trobadorica provenzale è tracciato dalla presenza di Arnaut Daniel nella Commedia, poi dal riferimento a Guiraut de Bornehl e Folquet de Marselha nel Convivio e nel De Vulgari Eloquentia, nonché dalla presunta citazione di Ventadorn nel Paradiso. Ecco che esplorando quel repertorio, Enea Sorini e Peppe Frana si misurano con canti di amor cortese dalle metafore erotico-naturalistiche nei quali il giudizio estetico e quello morale di Dante appaiono in conflitto, mediandosi nella condanna del lussurioso Arnaut al Purgatorio. Un’influenza, quella trobadorica, che a Firenze si riverbera poi nelle ballate monodiche di pochi anni dopo la morte di Dante, e nella sorprendente tecnica del Sehnal: nascondere nell’incipit il nome della dama a cui il componimento poetico è dedicato.