Passaggio in India

The Darbar Festival in Ravenna

Escape into Night Ragas

Debasmita Bhattacharya sarod
Gurdain Rayatt tabla

scopri il programma completo del Darbar Festival in Ravenna


Debasmita Bhattacharya sarod
Suonatrice di sarod originaria di Kolkata, nel Bangala occidentale, all’età di sei anni viene sollecitata dal padre, Pandit Debashish Bhattacharya, stimato suonatore di sarod, a dedicarsi allo strumento, tradizionalmente riservato agli uomini. Studia attualmente alla prestigiosa ITC Sangeet Research Academy. Ha ottenuto il primo premio alla “Sangeet Praveen” Competition nel 2008 e nel 2013 è tra i primi qualificati nella Doverlane Music Competition e alla Rajya Sangeet Academy Competition. Nel 2015 è tra i 100 musicisti selezionati per partecipare a Ethno Sweden.

Il sarod è un liuto della musica classica indiana del nord diffuso nella zona di Calcutta a partire dalla seconda metà del xix secolo e derivato dal rabab afgano. Come quest’ultimo è costituito da un unico pezzo di legno scavato da cui sono ricavati la cassa e il manico. Il piano armonico, su cui poggia il ponticello, è di pergamena e la tastiera, in origine di legno, è attualmente di metallo e priva di tasti, in modo da consentire lo scivolamento delle dita. Oltre a quelle principali, pizzicate con un plettro, sono presenti tra 10 e 15 corde che vibrano per risonanza, le cui caviglie per regolarne la tensione sono inserite nel lato del manico. In alcuni esemplari, sotto il cavigliere, può essere applicato un ulteriore risuonatore di piccole dimensioni.

Gurdain Rayatt tabla
Nato e cresciuto in Gran Bretagna, ha cominciato a suonare i tabla all’età di tre anni, sotto la guida del padre Harkirat Rayatt e del nonno (e guru del padre) Bhai Gurmit Singh Virdee, che lo hanno reso depositario di una vasta e ricca eredità di repertori e stili: dal Punjab (Bhai Gurmit Singh Virdee era stato allievo di Ustad Bahadur Singh, a sua volta erede di una dinastia di prestigiosi suonatori di tabla) e da Benares (sempre attraverso Bhai Gurmit Singh Virdee, che aveva appreso lo stile di Benares da Pandit Samta Prasad), ma è esperto anche dello stile Farukhabad gharanas della musica indostana. Ha studiato inoltre musica per cinema e composizione al King’s College di Londra e alla University of West London.
Ha frequentato altri importanti maestri di tabla, tra cui soprattutto Pandit Shankar Ghosh e Bickram Ghosh. Dopo un soggiorno di un anno a Kolkata per perfezionare il suono e la tecnica esecutiva, si esibisce con numerosi musicisti professionisti e con danzatori. Collabora inoltre con progetti transculturali, di fusion e di world music. È membro del collettivo musicale Kefaya, attivo nella world music, e del trio Michael Messer’s Mitra che propone un connubio tra blues e musica classica indiana, con il quale nel 2016 ha inciso l’album Call of the Blues. Si esibisce con i maggiori musicisti della scena britannica e con la Philharmonia Orchestra.

La coppia di tamburi monopelli detta tabla, attestata dal XVIII secolo, ha un ruolo fondamentale nella musica del nord dell’India, sia per accompagnare la voce, sia nella pratica strumentale. Il nome tabla o daya (destra) si riferisce propriamente al tamburo con cassa di legno cilindrica o che si restringe leggermente verso l’alto, mentre l’altro, detto baya (sinistra), è un timpano con cassa di terracotta o metallo. I due tamburi differiscono nell’ampiezza della membrana (ben maggiore nel baya), nell’intonazione e nella tecnica esecutiva. In entrambi la membrana è tesa, attraverso stringhe di pelle, tra due cerchi alle estremità della cassa, le stringhe possono essere ulteriormente messe in tensione da piccoli blocchi di legno cilindrici.
Sulla membrana di entrambi i tamburi viene incollato un anello di pelle, al centro del quale viene applicato un composto di farina e cenere nera che consente di modificare l’intonazione. La tecnica esecutiva è molto complessa: se nel daya si percuotono varie aree della membrana o della cassa con il palmo della mano, le dita o la punta delle dita, nel baya è possibile agire premendo la membrana e facendo scivolare il polso verso il centro in modo da aumentarne la tensione.


Durata:
1h 30’ senza intervallo

Magazine Passaggio in India