Parco Archeologico di Paestum - Ravenna Festival

Alla fine del VII secolo a.C., i cittadini della città magnogreca di Sibari (nell’attuale Calabria) vollero possedere un caposaldo sul mare Tirreno, oltre che sullo Ionio, per commerciare con gli Etruschi. Viaggiarono da mare a mare: da qui la possibile origine del nome della città che fondarono, Poseidonia, che richiama per l’appunto il dio del mare. Fu a cavallo tra VI e V secolo a.C. che la città acquisì il volto che ancora oggi conosciamo, con l’ampia agorà al centro e i due santuari principali ai due lati. Fortuna, ricchezza e influenza della cultura greca non vennero meno neppure quando, sul finire del V secolo a.C., i dominatori della città cambiarono: la popolazione lucana, che abitava i monti selvaggi dell’entroterra, prese il comando di diversi luoghi della Campania tra cui anche Poseidonia. E il suo nome fu cambiato in Paistom. I Romani s’impadronirono della città nel 273 a.C., le cambiarono nome in Paestum e vi insediarono una colonia di diritto latino, una comunità autonoma dal punto di vista amministrativo ma legata alla madrepatria. Tra Roma e la città campana i rapporti furono strettissimi: i pestani divennero socii navales, alleati che in caso di bisogno dovevano fornire navi all’urbe, e dimostrarono più volte la propria fedeltà durante le prime due guerre puniche. E dopo aver garantito ai romani un approvvigionamento di grano sufficiente a resistere all’assalto di Annibale a Taranto, Paestum venne ricompensata  con la possibilità di battere moneta propria. In sintesi, la Paestum romana si riconfermò una città ricca e vitale.

Nel Rinascimento, Paestum era solo un vago ricordo, citata da pochi letterati che descrissero quel che vedevano dell’antica città; fu nella metà del Settecento che avvenne la vera riscoperta grazie – si dice – a dei disegni eseguiti dal conte Felice Gazola che giunsero a Parigi e furono prontamente pubblicati. A Paestum i viaggiatori del Grand Tour avevano la possibilità di ammirare la grecità senza recarsi in Grecia e così sui suoi templi si costruì una nuova stagione degli studi classici. Visitando l’area nel 1758, Winkelmann elaborò la sua teoria sull’arte greca; vent’anni dopo Giovanni Battista Piranesi ne fece il soggetto di superbe tavole; nel 1787, Johann Wolfgang Goethe credette di riconoscere nei templi dorici la perfezione dell’arte classica. E da allora Paestum è diventata una grande destinazione di turismo culturale e archeologico.

Come arrivare

Via Magna Grecia, 919
84047 Capaccio Paestum (SA)

Spettacoli in questo luogo

Le vie dell’Amicizia:
Paestum
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Concerto per la Siria
direttore Riccardo Muti

05 luglio 2020
Parco Archeologico di Paestum
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