© Marco Borrelli

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Leōnidas Kavakos direttore e violino
Antoine Tamestit viola

Wolfgang Amadeus Mozart
Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in mi bemolle maggiore K. 364

Antonín Dvořák
Sinfonia n. 8 in sol maggiore op.88


È dai travagli personali e artistici che nascono i capolavori. Il 1779 è un anno nero per Mozart: muore la mamma, sfumano incarichi stabili a Mannheim e Parigi. I fatti lo costringono a tornare nella “prigione” di Salisburgo, dove si compone “solo per le sedie“. Il passaggio all’età adulta è segnato però da una Sinfonia concertante per due strumenti solisti in cui la speranza nel futuro (lo scintillio del violino) dialoga con il timbro scuro e meditativo della viola. Anche Dvořák, a quasi cinquant’anni, è a caccia di un’identità autonoma che scavi un solco tra la tradizione germanica e il folklore nazionale. ”Non mi si derida. Io non sono solo un musicista, sono un poeta”, rivendica nel 1889 dando alle stampe la sua Ottava Sinfonia, tutta scritta per immagini, col marchio iniziale di un lungo sospiro malinconico che apre il vaso dei ricordi.

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