Kula Shaker
I protagonisti del post-britpop, tra neopsichedelia e Raga-Rock


Crispian Mills è nato un quarto di secolo troppo tardi, ma per lui non è mai stato un problema. Nella vita ha avuto due muse: il rock psichedelico e l’India, meta di un pellegrinaggio che lo segnò a vent’anni, nel 1993, portandolo a battezzare la sua band Kula Shaker, in onore di una figura sacra indiana. Quella miscela di Beatles, Pink Floyd, Grateful Dead e Jimi Hendrix si inserì con molta facilità e poca filologia nell’esplosione commerciale del brit-pop a metà anni ’90. I Kula Shaker si imposero con trascinanti numeri raga-rock come Govinda e Tattva, preludio alla consacrazione di Hush, che rifecero trent’anni dopo i Deep Purple. E se la critica non gli ha mai perdonato il successo, la band è andata avanti incurante dell’hit-parade, con encomiabile coerenza e invidiabile resa dal vivo. Le sole cose che contano.