Chiamata alle Arti
un progetto di Cristina Mazzavillani Muti
direzione artistica Michele Marco Rossi e Anna Leonardi
accoglienza al Museo Classis a cura di Francesca Masi

dalle ore 11 alle 19
Classis Ravenna e altri luoghi della città
Another Bach in the Wall
Ingresso libero

ore 21
Classis Ravenna
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Marco Angius
direttore
Michele Marco Rossi
violoncello
Samuele Telari
fisarmonica

musiche di Sofia Gubajdulina, Franz Joseph Haydn
Ingresso libero su prenotazione

in collaborazione con Museo Classis Ravenna e RavennAntica
con il patrocinio di Nuovo Imaie


È nel segno dell’attenzione che Ravenna Festival ha sempre mostrato verso le nuove generazioni che si realizza un inedito progetto: la Chiamata alle Arti. Nell’esortazione del titolo si riassume lo spirito di una sorta di “adunata” pacifica e creativa che, attraverso un vero e proprio bando, chiama a raccolta appunto i più giovani – dai 25 anni in giù, nessuna indicazione di età minima – senza cercare di imbrigliare la loro vena artistica in percorsi prestabiliti, senza voler impartire lezioni o suggerire strategie, ma piuttosto offrendo loro lo spazio e il tempo per esprimersi e confrontarsi, sia con altri giovani artisti che con il pubblico. Un progetto frutto della tenacia visionaria di Cristina Mazzavillani Muti, che l’ha affidato all’esuberante esperienza di musicisti giovani come Michele Marco Rossi, tra i violoncellisti della sua generazione forse il più apprezzato dai compositori contemporanei, e Anna Leonardi, già oboista dell’Orchestra Cherubini (a proposito di giovani), attiva anche in ambito organizzativo ed editoriale. E se la multidisciplinarietà è un valore irrinunciabile, ecco che la Chiamata è aperta ai più diversi linguaggi: dalla fotografia al video, dalla poesia al rap e alla trap, dalle arti visive tradizionali a quelle più innovative, dal mosaico fino alla composizione musicale… che potranno trovare espressione in quel “museo fabbrica” che è il Classis. Lì, per quattro intense giornate, si raccoglieranno e saranno esposte o eseguite le opere inedite, e il processo artistico sarà riattivato in una ricca serie di appuntamenti: un’officina creativa sempre aperta al pubblico.

Dagli spazi del Classis la “chiamata” si dissemina in città e, parafrasando l’iconico brano dei Pink Floyd, Brick diventa Bach: sulle sue musiche i suoni incontrano l’arte visiva. Meglio, le sue composizioni diventano fonte d’ispirazione per gli artisti visivi che vorranno mettersi alla prova, pittura, scultura, mosaico… e non potrà non esserci anche un vero muro in cui, finito il vibrare della musica, lasciare la concreta testimonianza del suono, “l’orma” del suono. Mentre il concerto finale, nel dare spazio a tutte le arti, ruota attorno all’idea di “invocazione”, tema apparentemente arcano eppure attualissimo, suggerito dall’intensità delle Sette Parole di Gubaidulina: che cos’è l’invocazione se non una richiesta, una speranza, una denuncia, un grido, una preghiera anche, un’aspirazione, in cui ritrovarsi, in cui riconoscersi.