Se Le città invisibili di Calvino si presentano come esperienze, memorie e desideri piuttosto che luoghi, il centenario della nascita dello scrittore offre a Ravenna Festival un felice pretesto per riflettere sulla duplice natura della città, emblema della comunità e della sua crisi, e sulla sua dimensione “invisibile” come crocevia di culture, idee e narrazioni. Ai titoli che esplorano il volto terribile della civiltà si contrappone la celebrazione del dialogo fra culture e mondi sonori e una doppia inaugurazione, protagoniste rispettivamente Laurie Anderson e Martha Argerich affiancata da Mischa Maisky, apre una costellazione di solisti straordinari, da Anne-Sophie Mutter a Leonidas Kavakos e Beatrice Rana; quest’ultima suona Rachmaninov per una serata con le stelle del balletto (il programma danza conta anche la prima italiana di WE, the EYES di Emio Greco e Pieter C. Scholten). A dicembre, Riccardo Muti – già sul podio della sua Orchestra Cherubini per Le vie dell’Amicizia a Jerash e Pompei – dirige un trittico d’opera con Norma e Nabucco in forma semi-scenica e un gala verdiano.

Go Back