Gräfin Mariza (La Contessa Maritza)

musica di Emmerich Kálmán
libretto di Julius Brammer e Alfred Grünwald

direttori d’orchestra Dániel Somogyi-Tóth, László Makláry
regia Kero (Miklos Gàbor Kerènyi)
scene e costumi Ágnes Gyarmathy
coreografie Jenő Lőcsei

Orchestra Filarmonica Kodály di Debrecen
Coro del Teatro Csokonai
maestro del coro Péter Gyülvészi
Corpo di Ballo del Teatro dell’Operetta di Budapest

co-produzione Teatro Operetta Budapest, Teatro Csokonai di Debrecen e Operettissima
in collaborazione con Studiomusica Hungary

con sovratitoli in italiano


Ad aprire la trilogia danubiana è la più zigana delle operette. Zigana per il soggetto, che ruota attorno alle vicende della ricca Contessa Maritza, assediata dai pretendenti, del suo amministratore, il Conte Tassilo, sull’orlo della rovina ma intenzionato a ripristinare la dote della sorella, e della immancabile zingara, Manja. Zigana per l’accattivante partitura in cui emergono elementi della musica popolare magiara e appunto zigana (in primo luogo i ritmi incalzanti della csárda) e per l’ambientazione, un possedimento ai confini tra Ungheria e Bulgaria.
Rappresentata per la prima volta nel 1924, suscitando l’entusiasmo del pubblico (ma anche quello di Toscanini che ne lodò la raffinata orchestrazione), ha mantenuto poi intatta nel tempo la suggestione di atmosfere magiare inconsapevolmente tinte dei nuovi ritmi di Gershwin che l’autore ebbe per amico a Vienna.