Roma, 3 novembre 2016. Si è svolta oggi a Palazzo Firenze (sede della Società Dante Alighieri) la presentazione degli appuntamenti dedicati a Dante Alighieri nell’ambito di Ravenna Festival 2017. Sono intervenuti Alessandro Masi (Segretario Generale della Società Dante Alighieri), Michele De Pascale (Sindaco di Ravenna), Antonio De Rosa, (Sovrintendente Ravenna Festival), Franco Masotti (Direzione artistica Ravenna Festival), Marco Martinelli (Direzione artistica Teatro delle Albe) e Nicola Piovani.

Dante è sempre, ed è sempre stato, al centro delle tematiche affrontate da Ravenna Festival. Fin dalla prima edizione nel 1990, quando il Festival già eleggeva a propria qualità distintiva la scelta di intrecciare il ricco programma al contesto unico dei luoghi cittadini, il legame privilegiato con la città si è concretizzato anche nel riconoscimento dell’identità di Ravenna come “città dantesca”. Un titolo che non ha soltanto ragioni storiche e materiali – Ravenna è la sede della sola testimonianza materiale della vita del Poeta, paradossalmente le sue spoglie – ma anche culturali, grazie a quel percorso virtuoso che rende la figura e l’opera di Dante parte viva di innesti sempre fruttuosi con le energie creative e intellettuali della città.

A partire dagli esordi – ormai storici – il Festival ha chiamato a sé grandi artisti per comporre una narrazione che si è sviluppata edizione dopo edizione, impreziosita dalle voci di Paolo Poli, Enrico Maria Salerno, Sylvano Bussotti, Roman Vlad, Tonino Guerra, Attilio Bertolucci, Gigi Proietti, Valentina Cortese. È invece Federico Tiezzi a firmare, tra il 1993 e il 1995, la regia di una “trilogia dantesca” a ritroso, che dal Paradiso di Giovanni Giudici attraversa il Purgatorio di Mario Luzi e raggiunge l’Inferno di Edoardo Sanguineti, rispettivamente su musiche di Salvatore Sciarrino, Luigi Nono e Giacomo Manzoni. Poesia e teatro, ma anche cinema, con la proiezione di Inferno (1911) di Bertolini, Liguoro e Padovan accompagnata da Live Computer Soundtrack di Edison Studio, in collaborazione con la Cineteca di Bologna. Dal 2015 il cammino ‘dantesco’ del Festival ha subito un’accelerazione, che a partire dal ricordo dei 750 anni dalla nascita del Poeta – celebrati con un’intera edizione sotto il segno de L’amor che move il sole e l’altre stelle (titolo anche della commissione al compositore Adriano Guarnieri) che ha visto inoltre il contributo di artisti quali Daniele Lombardi e Nicola Piovani – mira al 2021, quando ricorrerà il settimo centenario dalla morte.

Su questo percorso lungo sette anni si colloca anche l’appuntamento di oggi, che offre l’occasione di lanciare la seconda edizione del bando “Giovani artisti per Dante”, rivolto a proposte di spettacoli destinati ai Chiostri Francescani accanto alla Tomba del Poeta, di annunciare il ritorno al Festival del coreografo Olivier Dubois e infine di svelare l’Inferno portato in scena da Marco Martinelli e Ermanna Montanari. Il coinvolgimento – dei giovani, dei non professionisti, della cittadinanza tutta – è il tratto che accomuna questi progetti e trasforma l’omaggio al Poeta del Festival 2017 in un laboratorio diffuso all’insegna della partecipazione e riscoperta di quel patrimonio condiviso che è l’opera di Dante.

Proprio la valorizzazione di questo patrimonio materiale e immateriale è l’obiettivo del bando “Giovani artisti per Dante”, che si rivolge alla nuova generazione di creativi e appassionati di Dante (la maggioranza dei componenti del gruppo deve avere meno di 30 anni), chiamata ad applicare tutti i linguaggi performativi nel progettare spettacoli della durata massima di 40 minuti. Le proposte selezionate comporranno il calendario di quella che è quasi una rassegna nella rassegna: l’appuntamento ai Chiostri è ogni giorno alle 11, dal 25 maggio al 2 luglio. Bando, domanda – da presentare entro il 18 gennaio 2017 – e ulteriori informazioni sul sito: www.ravennafestival.org.

Dubois, direttore del Centre Choréographique National de Roubaix / Ballet du Nord, torna al Festival con Les mémoires d’un seigneur (8 giugno al Palazzo de Andrè), una creazione che – attraverso l’incontro sul palco fra un solo danzatore (il prediletto Sébastien Perrault) e 40 non professionisti selezionati attraverso un workshop – esplora le nozioni del potere e della tentazione, fino a trasformarsi in un caravaggesco ritratto d’inferno. Nel “signore” di Dubois si riflette un’intera civiltà, indagata tanto nella solitudine del protagonista quanto nella massa dei corpi in movimento, vera e propria materia prima e “scena vivente” della coreografia, allo stesso modo in cui il viaggio di Dante è un viaggio umano e universale. Il racconto in tre parti de Les Mémoires – quasi un’epica della solitudine che si dipana fra lotte e trionfi in tre “epoche”: La Gloria, La Caduta, L’Addio – si presta così a prologo di un progetto dedicato alla Divina Commedia che impreziosirà con la firma di Dubois il percorso del Festival verso il 2021.

E se gli spettacoli di “Giovani artisti per Dante” rinnoveranno ogni mattina l’incontro con il Poeta, l’appuntamento quotidiano si raddoppia con i 34 giorni di Inferno (tutti i giorni dal 25 maggio al 2 luglio, tranne il lunedì, alle 21). In un Teatro Rasi completamente trasfigurato, il primo capitolo del nuovo progetto di Marco Martinelli e Ermanna Montanari guiderà gli spettatori nei paesaggi infernali alla scoperta della “intima ‘natura’ teatrale” – nelle parole degli autori – della Commedia, i cui “14.233 endecasillabi ripartiti in terzine sono un stupefacente congegno teatrale. A nostro avviso la parola ‘teatron’, che significa ‘visione’, racchiude proprio quella che l’autore definisce ‘mirabile visione’, mirabile teatro quindi, capace di accogliere nel suo campo visivo l’umanità intera nelle sue molteplici esperienze , dal basso osceno e sanguinante dell’Inferno al trascolorare malinconico del Purgatorio, per ascendere infine là dove visione e parola si trasmutano nell’indicibile Paradiso”. Il misurarsi “con quella poesia vertiginosa senza tradirla e senza rimanerne schiacciati” sarà possibile ripensando l’opera in termini di sacra rappresentazione medievale, con la consapevolezza che al tempo di Dante tutta la città era palcoscenico, dalle chiese alle piazze, e nei “misteri” i giullari professionisti erano affiancati da centinaia di cittadini in veste di figuranti, mentre altri si curavano di scene, costumi, luci. Questa “città in scena” sarà l’orizzonte su cui si svilupperà il coinvolgimento della cittadinanza nella produzione dello spettacolo. La trilogia, una produzione originale commissionata da Ravenna Festival in collaborazione con Ravenna Teatro – Teatro delle Albe, si completerà con il Purgatorio nel 2019 e il Paradiso nel 2021.

E quale migliore collocazione della prestigiosa sede della Società Dante Alighieri per presentare in anteprima gli eventi di ispirazione dantesca del programma 2017? Forte di oltre un secolo di storia all’insegna della tutela e diffusione della lingua e della cultura italiane nel mondo, nonché di 423 comitati attivi in sessanta Stati in tutto il mondo, la Dante Alighieri è per elezione l’ambasciatrice ideale delle iniziative di ispirazione dantesca di Ravenna Festival. Il tributo a Dante che oggi presentiamo in anteprima è uno dei temi centrali del Festival 2017 (il programma completo sarà presentato al pubblico e alla stampa il prossimo 26 novembre) che si svolgerà dal 25 maggio al 12 luglio, per un’edizione, la XXVIII, in grado di spaziare – come di consueto – fra tutti i linguaggi performativi mentre continua ad arricchire l’intenso percorso verso le celebrazioni del settimo centenario della morte del Poeta nel 2021.

La Divina Commedia di Marco Martinelli (PDF)