© Luca Concas

Vinicio Capossela
Pandemonium

Narrazioni, piano, voce e strumenti pandemoniali
con Vincenzo Vasi


Da Pan, tutto, e demonio, dunque tutto demonio, in opposizione a pan theos, tutto Dio.
Dunque un concertato per tutti i demoni, accompagnato da strumenti musicali, che insieme evocano il Pandemonium, mitico strumento gigantesco, del tipo dell’organo da fiera, completamente costruito in metallo, pare dai sudditi del re Laurino, nel regno sotterraneo abitato da esseri di piccola statura in grande confidenza con l’estrazione mineraria. Questa origine ctonia conferirebbe un tono grave allo strumento, che tiene a bassa quota lo spirito relegando ritmi e armonie a una dimensione infera, primitiva, che non riesce a elevarsi al cielo, ma sembra sprofondare nella terra, a tiro del fuoco perenne, in un rimestamento che è lavorio della memoria continuamente sollecitata al fuoco bianco.
Pandemonium è anche il nome della rubrica quotidiana tenuta da Capossela durante il periodo di isolamento quarantenale, sorta di almanacco del giorno, che metteva a nudo le canzoni e le storie che ci stavano dietro con le storie di una attualità apparentemente immobile, ma in continuo cambiamento.
Pandemonium è un concerto narrativo con canzoni scelte liberamente in un repertorio che quest’anno va a compiere i trent’anni dalla data di pubblicazione del primo disco All’una e trentacinque circa (1990).

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