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Create Date18 marzo 2017
Last Updated20 marzo 2017

Sabato 17 giugno a Palazzo San Giacomo (Russi)

La paternità di un genere musicale sostanzialmente nuovo – privilegio riservato a pochi – e un ritmo inconfondibile che è entrato di diritto nel vocabolario della musica: la tentazione, a 77 anni, di guardare dietro di sé dev’essere fortissima. Eppure per l’appuntamento che si aggiunge al programma della XXVIII edizione (sabato 17 giugno alle 21.30, Palazzo S. Giacomo a Russi) Tony Allen porta al Festival più di una semplice retrospettiva. Con Film of Life il leggendario batterista nigeriano mantiene tutte le promesse dell’Afrobeat…e qualcosa di più, flirtando con il jazz, il bebop e il pop. Il beat? Preciso ma flessibile, sempre irresistibile.

La leggenda di Tony Allen è una combinazione di leggerezza, economia, resistenza e musicalità: per 15 anni e attraverso una produzione musicale di oltre 50 album, Allen ha scandito il tempo dell’Afrobeat al fianco di Fela Kuti e della band Africa 70, investendo i ritmi africani di una nuova potenza in grado di contribuire allo sviluppo del sound pop occidentale. Se l’Afrobeat è oggi uno dei generi africani più influenti al mondo lo si deve anche a questo “stregone yoruba”, autodidatta, sperimentatore, immaginifico.

Film of Life è il decimo album solista di Allen. E se la sua vita è un film, la prima scena si svolge in quella stazione radio in Nigeria dove il diciottenne Allen lavora; lavora e insegna a se stesso come si suona la batteria. Segue primo piano di Fela Kuti, che a metà anni ’60 invita Allen a unirsi alla sua band perché “chi altri suona così, jazz e highlife?”. Poi, in una lunga carrellata che abbraccia gli anni Settanta, lo sviluppo dell’Afrobeat: una combinazione di stili dell’Africa occidentale – highlife e yoruba – con il jazz e il funk americani. Il film di Allen continua con una ricerca ininterrotta tra le sonorità dell’Afrobeat originale e generi quali il Dub, lo “Space jazz”, il pop internazionale, attraverso numerosissimi progetti e collaborazioni.

Per Ravenna Festival, sullo stesso palcoscenico che nel 2011 ha celebrato la storia dell’Afrobeat con il figlio di Fela Kuti Seun e gli Egypt ’80, Tony Allen non si accontenta di vivere di rendita, ma rimescola le carte e promette di rivendicare, una volta ancora, il proprio ruolo nella storia della musica. Il 17 giugno lo affiancano  Cesar Anot (basso), Indy Dibongue (chitarra), Jean Phi Dary (tastiera), Nicolas Giraud (tromba), Yann Jankielewicz (sax e tastiera), Patrick Gorce (percussioni).

Info: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietto: 15 euro
Prevendite già attive: biglietteria del Teatro Alighieri, on-line www.ravennafestival.org, Cassa di Risparmio di Ravenna, Uffici IAT Ravenna e Cervia.



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