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Create Date14 giugno 2018
Last Updated14 giugno 2018

Teatro Alighieri, lunedì 18 giugno ore 21

Ispirato al poema incompiuto Hérodiade di Stephane Mallarmé, lo spettacolo di Julie Ann Anzilotti nasce nel 1993, coagulando insieme collaborazioni prestigiose come la “sacrale” scenografia creata da Alighiero Boetti e la voce di Gabriella Bartolomei, invisibile (fuori campo) ma vibrante liaison tra azione coreografica e partitura musicale mista, da Hindemith a Rihm. Protagonista è la figura di Erodiade (o Salomé), creatura inquieta che nella sua affannosa ricerca di amore si spinge fino a chiedere la testa del Battista, il cui sacrificio le aprirà la strada della catarsi. Esempio di un luminoso periodo per la danza (e non solo) in cui il teatro era luogo di incontro e di scambio fertile tra artisti, Erodiade – Fame di vento torna in scena - lunedì 18 giugno al Teatro Alighieri (ore 21) - nell’ambito del Progetto RiC.Ci. Dedicato alla memoria della danza contemporanea italiana di cui vengono ricostruite le opere intorno agli anni 80/90, il Progetto RiC.Ci è curato da Marinella Guatterini, che già nel 1993 fu promotrice di questo lavoro di Julie Ann Anzilotti per il “Progetto Neoclassico”, ciclo dedicato alla rilettura del repertorio neoclassico europeo, incentrandolo sull’accorpamento di arti varie in un unico segno scenico. Al riallestimento dell’opera hanno partecipato, oltre all’autrice, quasi tutti i professionisti coinvolti nel debutto del 1993, in un passaggio di testimone creativo che è uno degli altri segni distintivi del Progetto RIC.CI.

Diviso in sei scene, Erodiade – Fame di vento rispecchia, per Anzilotti, “una delle più attendibili ricostruzioni del poema tragico Hérodiade che il simbolista francese Stéphane Mallarmé lasciò incompiuto dopo una difficile e lunga gestazione”. La coreografa ha scelto di aderire alla scansione del poema, pur spingendolo verso quel punto di fuga e di liberazione che lo stesso Mallarmé aveva intravisto nel suo finale sospeso nelle parole “…Urtando l’aldilà con il balzo del pensiero”. Erodiade (o Salomè come è più nota e come il poeta scelse di non chiamare per differenziarla dagli stereotipi cresciuti intorno alla sua figura) non è più dunque la donna sensuale e capricciosa passata alla storia, ma è colta nella sua dimensione più intima e tormentata. Rintracciando i graffi di quella solitudine che le devasta l’anima e la spinge a richieste estreme e sanguinarie. Erodiade -  spiega ancora Anzilotti – “è affamata di vento, come mi suggerì lo stesso Alighiero Boetti durante i nostri incontri per l’ideazione della scenografia: vuole e ottiene qualsiasi cosa, ma poi resta più sola di prima, ancora alla ricerca di qualcosa che le dia un po’ di pace”.

Alighiero Boetti (o Alighiero e Boetti, come l’artista prese a firmarsi a partire dal 1971) ideò per lo spettacolo un recinto “sacrale” su fondale rosso sangue. Geometrico ed essenziale, evocatore di un’autorevolezza visiva un po’ come lo furono i “segni” architettonici di Noguchi per le danze di Martha Graham, non per niente autrice nel 1944 di una Herodiade su musica di Hindemith a cui la coreografa italiana ha guardato con interesse. Per Boetti fu anche una sorta di testamento spiriturale, data la sua prematura scomparsa appena un anno dopo, nel 1994. Per Anzilotti l’avvio di un rapporto forte con i temi sacri, sviluppato negli anni intorno ad altre figure femminili storiche come Giovanna D’Arco e Giuditta, fino ad arrivare a un percorso interiore “che accompagna chi si apre alla ricerca di un dialogo col divino”.

Mettiamo in moto la memoria è il leitmotiv del Progetto RIC.CI (nato nel 2011), ideato da Marinella Guatterini. Il Progetto punta a dare risalto e a ricostruire la memoria della danza contemporanea italiana dall’inizio degli anni Ottanta sino agli inizi dei Novanta. Capitolo oscurato dove invece si ritrovano elementi fertili di una creatività tutta italiana e una capacità progettuale che incrocia arti diverse in modo originale. Ravenna Festival ha già proposto in precedenti edizioni altri spettacoli del progetto RIC.CI e precisamente: Duetto (1989-2011) coreografia di Virgilio Sieni e Alessandro Certini, La boule de neige (1985-2013) di Fabrizio Monteverde, liberamente tratto da Les enfants terribles di Jean Cocteau, Calore (1982-2012) regia, coreografia, scena e costumi di Enzo Cosimi, Pupilla (1983-2014) di Valeria Magli con DanceHaus Company, Terramara (1991-2013) di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni che ne ha curato il riallestimento, e-ink (1999-2015) di Michele Di Stefano, Uccidiamo il chiaro di luna (1997-2015) di Silvana Barbarini.

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: posto unico numerato 12 euro (ridotto 10)
I giovani al festival’: fino 18 anni e universitari 5 euro


JULIE ANN ANZILOTTI
Di padre toscano e madre americana, Anzilotti ha praticato danza fin da bambina, iniziando il suo percorso di artista, però, all’interno degli esperimenti dei Magazzini Criminali, prendendo parte agli spettacoli-icone del nuovo teatro italiano. Nel 1983 fonda con Roberta Gelpi e Virgilio Sieni il gruppo Parco Butterfly, all’interno del quale ricercare un equilibrio articolato fra danza e teatro, dal lavoro di esordio, Momenti d’ozio a Inno al rapace. Nel 1991 fonda la sua compagnia di teatrodanza Xe, in residenza dal 1997 presso il teatro Comunale Niccolini di San Casciano Val di Pesa, dove approfondisce il suo lavoro di autrice, regista e coreografia in una personalissima ricerca sulla commistione tra voce, movimento, teatro, danza, coreografi e performance. La pulizia del gesto, l’essenzialità raggiunta attraverso una rigorosa esplorazione e scarnificazione, l’estenuante lentezza o la rapidità fulminea di certi attraversamenti dello spazio, la percezione della presenza, così come il ritmo del respiro e la forza dello sguardo sono gli elementi di un alfabeto personalissimo con il quale Julie Ann Anzilotti ha costellato un organico iter poetico che va da Tempi (1989) fino a Theatre Dances del 2016 o Amore mio, creato su misura di giovani di diverse abilità, con i quali l’artista porta avanti un progetto di teatrodanza da oltre tre lustri.

ERODIADE – FAME DI VENTO 1993>2017
Ispirato a “Hérodiade” di Stéphane Mallarmé
coreografia Julie Ann Anzilotti
musiche Paul Hindemith, Walter Fähndrich, Wolfgang Rihm
scene Alighiero e Boetti
assistente alla scenografia Tiziana Draghi
costumi Loretta Mugnai
interpreti
Paola Bedoni (Nutrice),
Giulia Ciani (Angelo Custode),
Liber Dorizzi (Giovanni Battista),
Sara Ladu (Spirito del Bene),
Laura Massetti (Spirito Maligno),
Sara Paternesi (Erodiade)

scrittura vocale e voce Gabriella Bartolomei
consulenza musicale Michele Porzio
collaborazione artistica Carla Chiti
disegno luci Andrea Berselli
macchinista di scena Giovanni Macis

Debutto 1993 Teatro Ponchielli di Cremona nell’ambito del “Progetto Neoclassico” di Marinella Guatterini
Riallestimento 2017 nell’ambito del Progetto RIC.CI – Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ‘80/’90
ideato e diretto da Marinella Guatterini
produzione Compagnia Xe, MiBACT, Regione Toscana, Comune di San Casciano Val di Pesa


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