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Create Date18 giugno 2019
Last Updated18 giugno 2019

UN MOZART DI FAMIGLIA CON LE SORELLE LABÈQUE E IL GIARDINO ARMONICO DI ANTONINI
Mercoledì 19 giugno, alle 21, al Pala De André, in programma anche Haydn

Nello straordinario catalogo mozartiano ci sono opere concepite per un uso che si può definire “domestico”, come il Concerto in fa maggiore per due pianoforti K242 pensato per le figlie della contessa Antonia Lodron, Aloisia e Giuseppa, e sempre per due tastiere il Concerto in mi bemolle maggiore K365 che Mozart stesso avrebbe eseguito insieme all’amata sorella Nannerl. Insomma, pagine dalla destinazione “familiare” che proprio per questo Ravenna Festival affida a quell’originale e inimitabile duo che sono le sorelle Labèque, Katia e Marielle, che mercoledì 19 giugno (alle 21) si esibiscono per la grande platea del Pala De André al fianco dell’orchestra Il Giardino Armonico diretto da Giovanni Antonini cui spetterà anche l’interpretazione di due opere di Franz Joseph Haydn, prima l’Ouverture da L’isola disabitata Hob 28/9, poi la Sinfonia in fa diesis minore n. 45 Hob:I:45 detta “Abschiedssymphonie”, ovvero “Sinfonia degli addii”.

Dunque, al centro della serata spicca la formidabile coppia costituita da Katia e Marielle Labèque, nelle cui vene scorre sangue italiano (sono figlie della pianista Ada Cecchi). Unite alla tastiera fin dalla più tenera età, formano da anni il sodalizio pianistico più famoso al mondo, sempre votato com’è alle più diverse avventure sonore, dal pop al jazz passando per la musica del nostro tempo. In questa occasione le interpreti siederanno al fortepiano, proprio per ricreare una sonorità il più possibile vicina a quella originale, per riportare la partitura alle dinamiche timbriche che il pubblico dell’epoca poteva godere in sale da concerto come per esempio il Palatium Lodronicum, che a Salisburgo ospitava le serate organizzate dalla facoltosa e nobile famiglia Lodron. Questa è la dedicataria appunto del Concerto K242, realizzato in prima battuta nel 1776 per tre pianoforti poi modificato nell’attuale versione a due per la pubblicazione a Vienna, nel 1802. Un concerto senza dubbio elegante e non privo di fascino, ma certo meno virtuosistico del K365, composto tre anni dopo, nel 1779, di ritorno dal non proprio fortunato viaggio parigino, quindi al rientro nell’asfittico e provinciale clima culturale salisburghese e sotto l’opprimente controllo dell’Arcivescovo Colloredo: un sorprendente fiorire di idee, e soprattutto la sperimentazione di inedite soluzioni dialogiche tra i due solisti.

A una determinata committenza o, meglio, a un vero e proprio rapporto di lavoro, sono legate anche le pagine di Haydn che Giovanni Antonini dirige sul podio del solo Giardino Armonico, uno dei più apprezzati internazionalmente tra i gruppi specializzati nell’esecuzione su strumenti originali e presente da oltre trent’anni nei più importanti festival del mondo: a dare il via alla serata l’Ouverture da L’isola disabitata, ovvero dall’azione teatrale in due atti composta nel 1779 (lo stesso anno del K365) su libretto di Pietro Metastasio per il teatro della corte di Nikolaus Esterházy. Si tratta di uno dei tanti lavori di teatro in musica di Haydn che sono dimenticati e solo molto raramente eseguiti, se non appunto per pagine come questa, che rivelano la temperie Sturm und Drang e la vena teatrale e descrittiva impiegata dall’autore. A chiudere la serata un altro lavoro sempre destinato all’insaziabile fame di musica del principe ungherese: la cosiddetta “Sinfonia degli addii”, composta nel 1772 e anch’essa improntata a quella tensione armonico-espressiva che lascia presagire i futuri sviluppi romantici, ma che soprattutto si caratterizza per quell’espediente, studiato proprio per chiedere garbatamente all’instancabile mecenate un poco di riposo per i musicisti costretti a corte a lunghissime sessioni musicali. Ovvero, per quell’ultimo movimento Adagio che anziché esplodere trionfalmente, chiude invece con i violini in sordina e in pianissimo, dopo che, educatamente, se ne sono “andati” tutti gli altri strumenti con calcolata spettacolarità: primo oboe e secondo corno, fagotto, secondo oboe e primo corno, contrabbasso, poi i violoncelli, i violini di fila e le viole.

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietteria serale al Pala de André dalle ore 19: tel. 3332009711
Biglietti: da 12 euro (ridotti 10) a 54 euro (ridotti 50)
I giovani al festival’: fino a 14 anni, 5 euro (ad esclusione del I settore); da 14 a 18 anni e universitari (under 30), 50% tariffe ridotte.
Il servizio navetta gratuito per il Palazzo de Andrè, realizzato con il contributo di Tecno Allarmi Sistemi, percorrerà 2 volte la tratta Stazione – Palazzo M. De André, con partenza da Piazza Farini, alle ore 20.15 e 20.30. Al termine dello spettacolo due corse riporteranno gli spettatori al capolinea.

mercoledì 19 giugno
Palazzo Mauro De André, ore 21
Il Giardino Armonico
Giovanni Antonini direttore
Katia e Marielle Labèque fortepiano

Franz Joseph Haydn
Ouverture da L'isola disabitata Hob 28/9

Wolfgang Amadeus Mozart
Concerto in fa maggiore KV 242 per due pianoforti e orchestra (trascrizione di W.A. Mozart del concerto per tre pianoforti)
Concerto in mi bemolle maggiore KV 365 per due pianoforti e orchestra

Franz Joseph Haydn
Sinfonia n. 45 in fa diesis minore "Abschiedssymphonie" (Sinfonia degli addii), Hob:I:45

Vite dedicate all’arte, vite che si fanno arte: quelle di Katia e Marielle – raccontate in The Labèque Way, il documentario di Félix Cábez che prende le mosse da una lettera indirizzata loro da Alessandro Baricco. Cresciute a Parigi, figlie della pianista Ada Cecchi, suonano in duo fin dalla più tenera età e se la celebrità è arrivata sull’onda dell’interpretazione su due pianoforti della Rapsodia in blue di Gershwin, il loro repertorio si è ben presto ampliato a dismisura: da Bach a Philip Glass che ha dedicato loro un concerto. Con il Giardino Armonico sondano ora le vette espressive mozartiane: il Concerto KV 242, composto nel 1776 per la famiglia Lodron di Salisburgo, nobili parvenu con la passione per la musica, e il KV 365, concepito per le mani virtuose dell’autore e dell’amata sorella Nannerl, con cui Wolfgang lo eseguì a Vienna nel 1781.


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