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Create Date30 giugno 2017
Last Updated30 giugno 2017

Musica & cinema
In prima italiana, sabato 1 luglio (ore 21) nella Basilica di San Francesco

La basilica di San Francesco ospita uno fra i più toccanti 'poemi' cinematografici sulla sofferenza e sul volto umano e che ancora non finisce di emozionare e riempirci di ammirazione. La passion de Jeanne d’Arc di Carl Theodor Dreyer, esaltato dalla colonna sonora realizzata 'live' dall’ensemble vocale maschile Orlando Consort che ha selezionato un repertorio di brani composti nel periodo in cui visse la Pulzella d’Orléans. Così il secondo capitolo di “Musica e cinema” offre un altro capolavoro, accompagnato da una ricerca filologica straordinaria. L’appuntamento è per sabato 1 luglio, (ore 21.00), in prima italiana, nella basilica che ha visto celebrare le esequie di Dante Alighieri. Incontro straordinario, quello fra l’ultimo capolavoro del cinema muto e l’Orlando Consort. Da un lato la ricostruzione del processo per eresia a Giovanna d’Arco, con primi e primissimi piani della protagonista, una intensissima Maria Renée Falconetti, dei suoi accusatori, degli strumenti di tortura, ma senza inquadrature di contesto, per far crescere nello spettatore un senso di smarrimento che in realtà gli fa capire la sofferenza dell’eroina, contadina analfabeta prima che condottiero e santa. Dall’altro lo studio rigoroso che Orlando Consort ha compiuto sulla musica di inizio Quattrocento, fra il 1412 e il 1431.

Va ricordato come la vita del film, e delle possibili colonne sonore, sia stata molto travagliata. La pellicola originale del 1928 andò distrutta in un incendio pochi anni dopo la prima. A sorpresa, nel 1981 si trovò una copia del negativo originale in un istituto psichiatrico norvegese e su questa si è lavorato per ottenere una specie di edizione “definitiva”. In precedenza (1951-1952) Giuseppe Maria Lo Duca, storico del cinema (tra i fondatori dei «Cahier du cinéma») aveva messo insieme un’edizione da 85 minuti commentata da musiche diverse, tra cui pagine di Johann Sebastian Bach, Tomaso Albinoni e Domenico Scarlatti. A parte il fatto che la sua “operazione” comportava il taglio di alcune scene, l’intervento non piacque al regista danese; le obiezioni di Dreyer furono principalmente due: la musica risaliva a un’epoca sbagliata e non al periodo in cui il film era ambientato; il “fortissimo” che dominava la musica era del tutto inadeguato. D’altra parte Dreyer aveva pensato a un’opera da seguire nel silenzio assoluto, o facendo nascere la musica al momento della proiezione, in modo da controllarla totalmente. Alcuni esperimenti, significativi e molto interessanti, sull’accompagnamento musicale sono stati proposti prima dallo statunitense Richard Einhorn, che ha composto appositamente la colonna sonora Voices of Light, eseguita per la prima volta in Italia al Meeting di Rimini il 19 agosto 2007. Poi dal francese Touve R. Ratovondrahety, che ha composto una nuova colonna sonora per il film, eseguita sul negativo del 1981 per la prima volta nel settembre 2012 alle Giornate del Cinema Muto a Pordenone. Una seconda esecuzione è avvenuta nel corso delle Le Settimane Musicali di Stresa nell’agosto 2014.

Periodo musicalmente di transizione, dunque, quello in cui si svolge la storia e il martirio di Giovanna d’Arco e Orlando Consort ne sintetizza le caratteristiche con maestria; si stava passando dallo stile più “duro” che si era sviluppato nel secolo precedente e quello più melodico che rapidamente andava imponendosi. Ecco allora il Sanctus di Richard Loqueville (per la scena nella stanza della tortura) e il Salve Virgo virginum di Billart (per le frenetiche scene di massa del finale); poi il secondo stile emerge nelle chanson profane. Come in quella tormentata di Gautier Libert, De Tristesse, che accompagna il pianto della protagonista, o in quella di Guillaume Dufay, Je me complains, che apre e circolarmente chiude il film, e nella quale il testo però è stato sostituito con i versi davvero contemporanei di Christine de Pizan, la scrittrice francese (nata in Italia nel 1365), che può essere considerata un’antesignana del femminismo, e quindi in perfetta sintonia con la storia della Santa narrata nel film. Il suo poema breve sulle gesta di Giovanna d’Arco (La ditié de Jeanne d’Arc) è stato scritto quando la Santa era ancora in vita, nel 1429, un anno prima della sua cattura, ed è a lei che la scrittrice affida le speranze di pace in una nazione devastata dalla guerra.

In sintesi, il lavoro dell’Orlando Consort cerca di interpretare le intenzioni del regista: talvolta la musica è chiamata a sottolineare i fotogrammi secondo il metodo più tradizionale, legato alla funzione che il suono deve avere in quella determinata sequenza; altre volte la scelta è invece dettata da relazioni secondarie con la scena, legate al testo o al momento storico… Un lavoro che, in ogni caso, riesce a mettere in luce la straordinaria forza espressiva del film. Una curiosità: il poeta e attore Antonin Artaud recitò nel ruolo del confessore e dal film trasse ispirazione per creare il suo “Teatro della crudeltà”.

Orlando Consort è un ensemble vocale maschile inglese (Matthew Venner controtenore, Mark Dobell tenore, Angus Smith tenore, Donald Greig baritono e Robert Macdonald basso), che esegue a cappella un repertorio medievale e rinascimentale. Formatosi nel 1988, è celebre nel mondo per l’interpretazione di canti e di ballate composti prevalentemente tra il 1050 e il 1550. Veri giramondo della musica vocale di quel tempo, i cantanti che lo compongono si esibiscono regolarmente nei grandi festival internazionali, affiancando a una intensa attività dal vivo registrazioni per le più prestigiose case discografiche, come Deutsche Grammophon e Harmonia Mundi. Tra collaborazioni con jazzisti e musicisti tradizionali indiani, l’ensemble è attualmente “artista in residenza” presso l’Università di Nottingham. Voices Appeared è lo spettacolo nel quale eseguono dal vivo le musiche che accompagnano la proiezione del film La passion de Jeanne D’Arc di Dreyer, che a Ravenna Festival eseguono in prima italiana.

Info Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietto (posto unico non numerato): 20 euro (18 ridotto).
I giovani al festival’: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni e universitari, 9 euro

La trama
La passion de Jeanne d’Arc racconta il processo intentato per eresia alla “Pulzella d’Orleans”. L’azione inizia il 30 maggio 1431 nella rocca di Rouen e si sviluppa portando sulla scena gli stati d’animo di una ragazza che passa attraverso terribili interrogatori (di fronte a 36 giudici) e atroci torture, che la porteranno alla condanna e alla morte sul rogo. Il regista ci accompagna nelle diverse fasi del procedimento sino alla firma dell’abiura, che tramuta la sentenza di morte in quella di carcere a vita; poi, dal ripensamento al ritiro della confessione, e alla dichiarazione di essere l’inviata del Signore, fino all’esecuzione finale, con la protagonista arsa viva sul rogo. Dreyer non vuole rappresentare l’eroina o la Santa, ma una semplice ragazza analfabeta di 19 anni che ha dalla sua parte solo la fede. Per farlo raggiunge la massima tensione attraverso una continua successione di primi piani, una serie di “studi” del volto dell’attrice protagonista, Maria Renée Falconetti.


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